Gestione dei rifiuti edili in cantiere: come fare un corretto smaltimento

I principali aspetti da conoscere per le imprese di costruzione: classificazione di rifiuti edili e l’importanza di effettuare un corretto smaltimento

Anno dopo anno, il settore delle costruzioni in Italia genere milioni di tonnellate di rifiuti edili e materiali di scarto. Come ben sappiamo però, se non gestiti e smaltiti correttamente, tutte queste macerie rischiano di avere un impatto devastante sull’ambiente e sulla salute pubblica.

Non è facile, ma tutte le imprese edili come quella dell’ingegner Pieri sono tenute a trovare equilibrio tra diverse esigenze: dal rispetto delle normative alla sicurezza dei lavori, fino all’ottimizzazione dei costi. Il rischio di commettere errori o superficialità è sempre dietro l’angolo, pertanto è fondamentale conoscere gli aspetti principali che riguardano lo smaltimento di rifiuti edili e materiali pericolosi, così da compiere azioni significative e sostenibili.

 

Rifiuti edili: classificazione in 3 categorie di rischio

Produrre rifiuti è chiaramente inevitabile per i cantieri edili, a seconda della natura delle attività di costruzione, ristrutturazione e demolizione. Proprio per questo, il primo aspetto fondamentale nella corretta gestione di queste macerie è saperle identificare e classificare in maniera accurata già nel cantiere stesso. Le normative vigenti suddividono i materiali in diverse tipologie, ciascuna con procedure specifiche per trattamento, stoccaggio e smaltimento.

Innanzitutto ci sono i rifiuti inerti, che rappresentano la parte più voluminosa dei rifiuti prodotti in cantiere. Si tratta di quei materiali che non subiscono trasformazioni chimiche, fisiche o biologiche significative nel tempo, e che quindi possono essere riutilizzati o riciclati contribuendo così all’economia circolare. Ad esempio le macerie da demolizione, pietre, ceramiche, sabbia, ghiaia, tegole e frammenti di asfalto.

Poi abbiamo i materiali pericolosi. Contenendo sostanze tossiche, infiammabili o contaminanti, possono rappresentare un rischio significativo per la salute dei lavoratori e per l’ambiente. Si tratta ad esempio di materiali come amianto, vernici, solventi, oli esausti, isolanti contaminati e metalli pesanti come il piombo. In questo frangente, è obbligatorio l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) per garantire la sicurezza del personale.

Infine vengono classificati rifiuti non pericolosi quei materiali meno problematici dal punto di vista ambientale, ma comunque rilevanti per i volumi prodotti. Se gestiti correttamente, è possibile riciclarli e ridurre gli sprechi, alleggerendo così l’impatto sul cantiere e migliorando l’efficienza dei processi. In questa categoria ci sono i resti di legno, plastica, cartongesso, imballaggi misti di carta e cartone, oltre che metalli come ferro, acciaio, rame ed alluminio.

 

Perché effettuare un corretto smaltimento dei rifiuti?

Una corretta gestione dello smaltimento delle macerie e dei materiali pericolosi è di fondamentale importanza per il successo delle imprese edili moderne. Ma chi è responsabile del rifiuto? La legge considera l’impresa edile come il produttore del rifiuto, cioè il soggetto che ha la responsabilità principale di garantirne una corretta gestione. Questo significa che i costruttori devono accertarsi degli aspetti fondamentali: dalla giusta classificazione e separazione dei rifiuti in cantiere alla loro assegnazione solo a trasportatori ed impianti autorizzati, fino alla presenza di tutta la documentazione obbligatoria.

L’impresa edile quindi non può assolutamente “scaricare” alcun tipo di responsabilità su fornitori o altri: eventuali irregolarità saranno imputate all’impresa produttrice, anche se dovute ad errori indiretti. Il mancato rispetto delle regole può causare sanzioni amministrative, penali o revoche di autorizzazioni e danni reputazionali irreversibili per l’impresa.

Tuttavia, rispettare le normative ambientali non è solo un obbligo, ma anche un’opportunità per le imprese edili. Oltre ad evitare i rischi legali infatti, fare le cose per bene durante i lavori in cantiere garantisce maggior efficienza operativa e migliora la reputazione dell’azienda stessa, rinforzandone l’immagine.

In questo contesto, adottare soluzioni responsabili nella gestione dei rifiuti in cantiere diventa anche una valida leva competitiva. Implementare pratiche sostenibili – dal riciclaggio in cantiere al tentativo di ridurre i rifiuti alla fonte, fino all’utilizzo di strumenti e tecnologie innovative – consente di ridurre l’impatto ambientale delle attività edilizie e migliorare l’efficienza dei processi produttivi.

 

Contattaci per avere tutte le informazioni sulle normative di legge e sapere nel dettaglio cosa dice il Testo Unico Ambientale!